il Giappone in Italia


Approfondimento


Sulla TE-kei

 

In questa lezione, il lezioso Dabide sensei, parla in maniera più dettagliata della TE form, dando anche alcune regole di costruzione dei verbi. Riportiamo quello che diceva il pazz...l'insegnante e vediamo qualche esempio:

verbi che terminano per -u, -tsu e -ru sostituiamo con -tte

IKU (andare) = ITTE

MATSU (aspettare) = MATTE

KAERU (tornare) = KAETTE

verbi che terminano per -bu, -mu e -nu sostituiamo con -nde

ASOBU (giocare) = ASONDE

NOMU (bere) = NONDE

SHINU (morire) = SHINDE

verbi che terminano per -ku sostituiamo con -ite

KAKU (scrivere, disegnare) = KAITE

verbi che terminano per -gu sostituiamo con -ide

OYOGU (nuotare) = OYOIDE

verbi che terminano per -su sostituiamo con -shite

KESU (prestare) = KESHITE

Come vedete dunque la TE (DE) form è piuttosto intuitiva una volta che si entra nella cacofonia (prrooot) della lingua. Comunque nel tempo tale forma diverrà molto familiare (facciamoceli credere...).

La TE form si usa per una moltitudine di casi in giapponese.

Sempre il nostro sola-erte Dabide elencava delle frasi con una serie di verbi tutti in -te tranne l'ultimo.

In effetti se devo elencare più azioni, usare tutti i verbi nella MASU/MASHITA form risulta essere troppo elementare, mentre si usano tutti i verbi nella TE form, tranne l'ultimo che sarà nella MASU form se ci riferiamo al presente/futuro o nella MASHITA form se ci riferiamo al passato. Forse è meglio sottolineare bene che il giapponese non ha un vero e proprio futuro, ma il fatto che si stia parlando di presente o futuro si evince dalla frase, perchè in realtà il verbo è in entrambi i casi lo stesso.

Comunque, se devo dire "domani esco, mangio e poi dormo", non dirò: ASHITA, DEMASU, TABEMASU, SORE KARA NEMASU, ma il più corretto: ASHITA, DETE, TABETE, SORE KARA NEMASU. In questo caso ad esempio, anche se NEMASU potrebbe tradurre il presente (dormo), è palese che stiamo parlando del futuro, di domani, quindi tradurrà il futuro (dormirò).

Ancora: "ieri sono andato al cinema, sono tornato a casa, e poi ho letto un libro". Non tradurremo KINŌ EIGA NI IKIMASHITA, UCHI NI KAERIMASHITA, SORE KARA HON O YOMIMASHITA, ma più correttamente: KINŌ, EIGA NI ITTE, UCHI NI KAETTE, SORE KARA HON O YOMIMASHITA.

Quindi i verbi prima dell'ultimo perdono il tempo, ma sono tutti in TE (anche io sono in te, fratello!!).

Ma andiamo alla nota dolente del dare/ricevere e della TE form. Qui si crea spesso molta confusione e nonostante il nostro, anzi il vostro, insegnante Dabide abbia spiegato la cosa con aculatezza (più acula che tezza), mettiamo in chiaro per bene alcune cose:

KUREMASU (KURERU) significa appunto "ricevere" e la forma TE KUREMASU o TE KURERU è come se traducesse "puoi farmi il favore (ricevo da te un favore) di....?".

Esempio: KITE KURE(RU) = vieni, entra, prego (fammi la cortesia di entrare)

KEIKO SAN WA HEYA O SŌJI SHITE KUREMASHITA = Keiko mi ha fatto la cortesia di pulire la stanza 

6JI NI KITE KURERU?  = Puoi venire alle 6 per favore?

Quest'ultimo modo di esprimersi è ancora più genitle degli altri. In effetti oltre alle frome TE KUREMASU/KURERU possiamo utilizzare quelle TE KUREMASU KA (che nel colloquiale diventa appunto KURERU?)/KURENAI KA (KURENAI?)

Ecco un esempio che unisce l'utile al dilettevole: DENWA BANGŌ O OSHIETE KUREMASU KA = potresti concedermi la grazia di avere il tuo numero di telefono che poi ti tempesto di telefonate? 

Per concludere, in tutti questi casi ora esaminati si tratta di "ricevere" da altri un qualcosa, ricevere una cortesia.

Passiamo al secondo caso, quello di MORAIMASU (MORAU)/ITADAKIMASU (ITADAKU)

 

UNDER COSTRUCTION (dovete da aspettà!!!)