il Giappone in Italia


N5 - Lezione 8

Dunque, addentriamoci sempre più nello studio della lingua e cominciamo a vedere gli AISATSU, ovvero alcuni convenevoli.
Per far ciò vi rimando ancora una volta alle vecchie lezioni del sito. In particolare a questa:
 
 
Potete tranquillamente tralasciare la parte in cui viene spiegato l'hiragana, visto che li abbiamo già visti tutti, ed anche il kanji, visto che li sto rispiegando nelle video lezioni specifiche.
Quella parte potete quindi evitarla. 
Vorrei invece che deste una letta all'approfondimento, dove vengono spiegati i colori.
Anche se non capirete tutto però comincerete a familiarizzare con alcuni di loro.
Ed ecco la nouva video lezioni sui kanji:
 
 
Importante: in giapponese quando troviamo un dittongo EI, questo non viene letto in quel modo, ma come una E allungata.
Questo è importante perché spesso sento dire ad esempio "sensei" (insegnante, maestro, dottore) o "eiga" (film), ma il modo corretto di pronunciare queste parole è "sensee", "eega".
La I non si sente. Poi se si fa lo spelling allora si sente, ma detta normalmente non è altro che una E allungata.
Altra notazione molto importante: prendiamo queste parole:
SHINBASHI (noto quartiere di Tokyo), NIPPONBASHI (altro quartiere di Tokyo ma anche di Osaka, scritto con kanji diversi), SHINBUN (giornale), TENPURA (frittura).
Ebbene se andate in Giappone e trovate queste parole scritte in roumaji, troverete spesso: SHIMBASHI, NIPPOMBASHI, SHIMBUN, TEMPURA.
Ovvero scritti con la M invece che la N. Se po' fa!
Se non volete dilungarvi nel discorso, potete usare come bignami questo breve video in cui specifico appunto questi dettagli della lingua, altrimenti leggetevi tutto che è pure meglio...forse.
 
 
Anche io spesso li scrivo con la M e spesso sono stato criticato, ma è una critica che non ha alcun fondamento.
Tempo fa lessi anche un articolo di uno studioso della lingua che parlava proprio di questo caso ed usava un termine che ora non ricordo ma che spiegava come il suono che deriva dalla lettura di parole di quel tipo è proprio una via di mezzo tra una N e una M, almeno per come lo percepiamo noi.
Quando la N si lega ad una consonante non è così chiaramente distinguibile come N e sembra proprio una M.
Ma a parte questo se provate a pronunciare shinbun o shimbun forse, almeno per noi, è più scorrevole usare la M anziché la N.
Ma tralasciando questi discorsi, il roumaji non è giapponese. E' un alfabeto che viene utilizzato per traslitterare i caratteri giapponesi in caratteri romani ed i giapponesi non scrivono in roumaji, ma in hiragana, katakana e kanji.
A loro non interessa il roumaji.
Se provate a chiedere ad un giapponese di scrivere katsudon, loro quasi certamente scriveranno katudon, perché in giapponese il suono TU non esiste, ma esiste TSU ed immaginano che questo corrisponda al nostro TU.
Mi spiego meglio e forse comprenderete il perché di alcune scritte "equivoche".
Spesso trovate scritto MATCHA per "the verde". Bene, un giapponese molto probabilmente così lo scrive.
Ma in roumaji il modo "corretto" per scriverlo, ora, è MACCHA.
I giapponesi non hanno doppie consonanti e per loro è più naturale scriverlo a quel modo.
Questo problema nasce anche perché un tempo non esisteva un modo standard per scrivere il roumaji ed ognuno lo scriveva come ca...volo voleva.
E' lo stesso problema che si ha col cinese.
Perché trovate scritto Tai Chi Chuan, ma anche T'ai Ch'i Ch'uan o anche Tai Qi Quan e in altri mille modi?
Perché appunto prima non esisteva un modo standard per scrivere i loro suoni nel nostro alfabeto ed ognuno lo scriveva come meglio credeva, basandosi sui suoni della propria lingua di provenienza.
Ma oggi esiste un modello standard per il "roumaji" dal cinese e ad esempio oggi si scrive standardamente Tai Ji Quan questo è il modo corretto per scriverlo (tralascio il discorso sugli accenti o il discorso si incasina ancora di più, facciamo conto che non esistano), ma ormai alcuni hanno usato per una vita gli altri modi di scriverlo, magari hanno aperto delle scuole usando quella scritta e quella continuano ad usare.
Stesso discorso per Kung Fu. Il modo corretto per scriverlo oggi è Gong Fu, ma ormai per una vita si è usato il "non corretto" Kung Fu ed ha preso così piede che si continua ad usare ed è anche più usato del termine standard di oggi.
Per il cinese nel tempo si passò da una traslitterazione degli ideogrammi libera a un sistema standard chiamato Wade Jiles, che poi è stato sostituito dal Pinyin, per il quale il suono "ci" deve essere tradotto da Qi e il suono "kung" da Gong.
Insomma si è creata una confusione mostruosa, ma oggi si ha un sistema di scrittura in caratteri romani riconosciuto come universale.
Lo stesso discorso, anche se meno incasinato vale per il giapponese. Un tempo ognungo traduceva i caratteri giapponesi come meglio credeva e matcha era usatissimo. Oggi invece, in maniera standard, anche se non c'è un riconoscimento ufficiale, ma così è ormai generalmente accettato, è più corretto usare maccha, in quanto il suono che deriva dalla pronuncia del kanji o dell'hiragana è proprio "maccha", non "matcha", la T non si sente per nulla.
Ma tutto è relativo, così come il modo corretto per scrivere shinbun sarebbe con la N, ma essendo per noi indifferente dire shinbun o shimbun in quanto il suono che ne deriva è praticamente lo stesso o quasi, spesso si usa la M invece della N.
Non cambia nulla.
Troverete molti testi scritti da esimi professori che usano la M, non la N ed io concordo con loro che non è sbagliato farlo.
Così come per molto tempo le particelle WO ed HE che incontreremo presto (già in questa lezione vediamo WO) erano scritte in roumaji proprio in quel modo, mentre ormai oggi quasi tutti i testi usano O ed E, perché è così che vengono lette.
Stesso discorso per HA che i giapponesi leggono WA e quindi ormai quasi tutti i testi usano in roumaji WA perché quella è la lettura del kana HA.
Quindi non SHINBUN WO YOMU (leggere il giornale), ma SHINBUN O YOMU, se non SHIMBUN O YOMU.
Non TOKYO HE IKU (andare a Tokyo), ma TOKYO E IKU. Non WATASHI HA (io), ma WATASHI WA.
I kana sono rispettivamente WO, HE, HA, ma la loro pronuncia è O, E, WA e così li ho sempre scritti anche io in roumaji.
Fatto. Erano cose che mi premeva chiarire una volta per tutte.
Volete scrivere la N, la M, WO, O? Fate come vi pare. Non sono errori, ma interpretazioni.
I giapponesi scriveranno in roumaji matcha, wo, he, ha, shinbun, noi scriveremo maccha, o, e, wa, shimbun. 
Poi alla fine, fate un po' come ve pare. Basta che usiate sempre lo stesso metodo per non confondervi.