il Giappone in Italia


L'esame JLPT

22.12.2014 16:22

Il sistema JLPT venne messo in atto a partire dal 1984.

All'inizio prevedeva 4 livelli.

Il 4° livello prevedeva la memorizzazione di 120 kanji, le loro vari letture e pronunce, nonchè la conoscenza di circa 800 parole e dei primi rudimenti della grammatica.

Chi passava il 4° livello aveva i rudimenti pari a quelli di una scolaro giapponese della 2^ o 3^ elementare.

Il 3° livello prevedeva invece la memorizzazione in totale di cicrca 300 kanji e 1.500 parole.

Il 2° livello richiedeva un bel salto di qualità. Si parlava di circa 1.000 kanji e circa 6.000 parole.

Chi otteneva questo livello era considerato in garo di poter parlare nella daily conversation senza problemi e di poterlo inserire nel proprio curriculum.

Il 1° livello, infine, richiedeva la consocenza di circa 3.000 kanji e più di 10.000 parole.

Passare dal livello 4 al 3 era abbastanza semplice, ma molto complesso invece il salto al 2° livello.

Oggi il JLPT prevede 5 livelli, dall'N5 all'N1.

Dall'N5 all'N3 sono previste 2 sezioni d'esame: kanji e vocabolario, grammatica e lettura.

Quest'ultima non è prevista negli ultimi due livelli. C'è però una lunga sezione d'ascolto.

Si inizia andando sul sito www.jlpt.jp dove troverete i requisiti richiesti per ogni livello, ed alcune domande per verificare il vostro livello di giapponese.

Una volta che sarete a conoscenza del vostro livello, potete riempie un form, che può anche essere torvato in alcune librerie specializzate o associazioni.

Solitamente la domanda per la partecipazione al test va fatta almeno 2 mesi e mezza prima dell'esame.

L'esame si tiene ogni anno a luglio e dicembre. In alcuni Paesi soltano una volta l'anno (dicembre).

Si può sostenere in circa 100 città al di fuori del Giappone.

Una volta inviata la domanda occore versare a quota di 5.500 yen con carta di credito, bonifico bancario o utilizzando le apposite ticketing machine nei conbini giapponesi, se avete un livello di giapponese che vi consente di farlo.

Il consiglio è di prendere l'esame molto sul serio perchè semplice non è, trattandosi di una lingua con caratteri diversi dai nostri.

Probabilmente sarebbe una buona cosa seguire prima un corso anche per apprendere adeguatamente la grammatica, na non è una cosa propedetuica infondo.

Se poi si vive in Giappone e non ci si può permettere di seguire un corso, ce ne sono alcuni tennuti da volontari.

Diversi quartieri hanno un ufficio presso il quale poter chiedere dove si tengono corsi di lingua per la preparazione al JLPT (community centres), che sono molto economici e per alcuni quartieri addirittura gratuiti.

Secondo il presidente di Daijob.com, uno dei siti per ricerca lavoro in Giappone più noti, il 58% delle aziende richiedono un giapponese "fluente" (N1) e il 39% un business-level (N2).

Ciò significa che aver passato gli esami N2 o N1 dà una grossa mano per la ricerca di lavoro in Giappone.

Nel 2013 gli iscritti agli esami di luglio furono 259.330 e quelli di dicembre 313.322. Mentre circa il 65% hanno passato il test per l'N5, solo il 31,7 % quello per l'N1. Il top lo ha raggiunto la Tokyo Language School, i cui studenti hanno passato per il 56,3% l'N1.

Leggendo vari commenti di chi ha sostenuto gli esami, sembra che la parte riguardante la lettura sia quella più ostica anche perchè molto più lunga di quello che uno si immagina prima di sostenere l'esame. Per la fase d'ascolto è buona cosa se si ha pratica magari con i film e i dorama giapponesi o con la loro musica.

Inoltre tenete conto del fatto che il gap tra l'N2 e l'N1 è davvero notevole.

Cos'altro aggiungere? Buono studio. 

 

(fonte: The Japan Times)

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