il Giappone in Italia


N5 - Lezione 4 (katakana 2)

Avevamo visto per quanto riguarda gli hiragana la possibilità di creare nuovi suoni a partire dai caratteri dell'alfabeto base aggiungendo in alcuni casi il ten ten o il maru in alto a destra del kana.
Lo stesso identico discorso si ha con i katakana.
Quindi andiamo a vedere la nuova tabella comprensiva di questi nuovi kana:
Dunque senza soffermarci oltre sulla cosa ripetiamo solo che il modo di ottenere suoni come gyo, nyu, pya ecc. è il medesimo visto per gli hiragana.
Un discorso a parte dobbiamo invece fare per le vocali lunghe.
Per quanto riguarda gli hiragana, se vogliamo scrivere la A, la E, la I o la U lunga, non dovremo far altro che ripetere la vocale due volte. Soltanto per la O lunga abbiamo detto che questa può richiedere un dittongo OU oppure OO a seconda dei casi, ma per lo più, nella maggioranza dei casi, si tratta del primo e comunque si capisce nel tempo quando utilizzare uno o l'altro.
Per quello che riguarda i katakana invece il discorso è anche più semplice in quanto per allungare una vocale basterà scrivere dopo la vocale stessa un trattino.
Così ad esempio hanbaagaa, ovvero hamburger, verrà scritto in questo modo: ハンバーガー
Rooma, Roma, verrà scritto: ローマ
In questo caso non bisogna fare attenzione al fatto che si tratti di una O lunga di un tipo o di un altro. Si allunga col trattino e buonanotte.
 
Visto che il discorso sui katakana non richiede molto tempo, aggiungiamo ora un altro simboletto davvero utile che ci serve per raddoppiare una lettera.
Si tratta del simbolo di TSU, che abbiamo studiato sia come hiragana () che come katakana () e che viene rimpicciolito e posto prima della lettera da raddoppiare.
Facciamo degli esempi. Se devo scrivere ZASSHI, rivista (ricordate?), utilizzerò il piccolo tsu per raddoppiare la S: ざっし
Se voglio scrivere BAGGU, borsa, scriverò: バッグ
 
Contenti? Ora abbiamo tutto quello che occorre per poter scrivere tutto quello che ci pare in giapponese!! yuppie!!! evviva!!!
Mancano circa sei miliardi di kanji, ma vabbè, se non li ricordiamo usiamo i kana che già è tanto.
 
Note:
Credo che ora sia chiarto come scrivere alcune parole che per alcuni erano rimaste in sospeso.
Per quanto riguarda KARORI, ovvero calorie, in realtà ho commesso un piccolo errore, in quanto la I finale è doppia: カロリー
Il motivo di questo errore è che l'ultima volta che ho letto un menù in Giappone era scritto con la I non allungata e credevo fosse quello il modo corretto di scriverlo, ma qui dobbiamo specificare bene una cosa.
Essendo il katakana usato per tradurre parole esterofile, questo si basa sul suono della parola stessa, ma a volte le vocali vengono allungate apparentemente senza senso, almeno in certi casi.
Ad esempio KARORII deriva dall'inglese calory e poteva benissimo essere scritto con una sola I e così hanno riportato infatti in quel menù. Ovvero, anche i giapponesi spesso "sbagliano".
Altro esempio. Roma viene scritto ufficialmente con la O lunga. Ma secondo voi era necessario? Non poteva essere scritto semplicemente ROMA? Ed in effetti mi è capitato di vederlo scritto così in katakana, senza la O allungata diverse volte, anche in aeroporto.
Questo per dire che vi dovete abituare sin da subito, specie se poi deciderete di recarvi in Giappone, a non fossilizzarvi sulle cose, ma ad essere un po' flessibili. Potreste trovare "errori" di questo tipo, o vedere hiragana scritti al posto dei katakana o viceversa. 
Questo anche perchè a volte "fa figo" cambiare le cose, specie per i giovani, che inventano sempre cose nuove e si esprimono sempre più in maniera particolare se non assurda.
Come se non bastasse vengono spesso utilizzati dei caratteri tipografici particolari, strani, che rendono a volte quasi incomprensibili i kana, anche perchè sono disegnati con colori vivaci o tipo manga o altro e leggere le cose se si rimane fossilizzati sul formale potrebbe diventare un problema.
Ecco perché preferisco sin da subito mettervi "in discussione", non dando esercizi scontati, che tra l'altro io ho sempre trovato noiosi e quando li trovavo troppo semplici nei libri che ho studiato li ho saltati a pié pari senza nemmeno perdere tempo a farli.
Spiegate queste cose, aspettatevi quindi sempre qualche cosa di non troppo scontato.
E' un avvertimento... (ehehehe).
Altra notazione: nel secondo video, dopo aver spiegato correttamente come scrivere i katakana verso la fine poi ho commesso un altro errore (voluto?), ovvero ho scritto KO di MARUKO con l'ultimo trattino scritto al contrario, non da sinistra verso destra come andava scritto, ma da destra verso sinistra.
A volte nello scrivere di fretta capita anche di invertire l'ordine di alcuni tratti. Non è importante. L'importante è ricordare come vanno scritti correttamente, poi si può anche sbagliare ogni tanto e spesso ho visto giapponesi scrivere l'ordine dei tratti in maniera non corretta, per non parlare poi dei kanji, che anche loro spesso non ricordano e a volte scrivono con l'ordine dei tratti sfalsato.
In conclusione: siate flessibili, malleabili, mutevoli e soprattutto non date sempre retta a quello che dico, magari sono stanco e racconto un sacco di cretinate.
Ma per ogni dubbio che avete fate delle domande e se nel momento in cui le fate sono sobrio e ricettivo potrei anche rispondere in maniera adeguata alle vostre questioni.
POTETO significa "patata" naturalmente e nell'esercizio degli hiragana era ricompreso un intruso, ovvero CHOKOREETO, cioccolato, che ora sappiamo scrivere in katakana: チョコレート
Ultima notazione finale: io ho realizzato i due video precedenti proprio per mostrare come vanno scritti i kana e consigliato di non far fede a quelli riportati nelle tabelle dove si usano caratteri tipografici particolari, ma vedo che alcuni lo fanno lo stesso.
Fate come credete, ma il modo corretto di scriverli è come ho mostrato io, almeno ho la coscienza a posto, poi scriveteli come cacchio vi pare, basta che si capiscono.
E detto questo vi saluto cordialmente e ci risentiamo presto, amici. 
Viva il Giappone! viva il giapponese! e viva i giapponesi che non sono normali, come scoprirete presto!!
Alla prossima.