il Giappone in Italia


Claymore

Claymore è un manga nato dalla brillante mente di Norihiro Yagi, un’opera a mio avviso fantastica, entusiasmante, che sa essere dura e violenta ma nel contempo struggente ed emozionante. Protagoniste della storia sono queste guerriere chiamate “Claymore” giovani donne dotate di super poteri fisici che combattono contro mostri demoniaci usando le loro enormi spade. Può sembrare un classico, ma addentrandosi nella storia ci si rende conto di quanto originale sia in realtà tutta la storia, proprio perché incentrata sulle caratteristiche personali di queste guerriere, che nonostante siano vestite e armate tutte allo stesso modo proprio come in un esercito, ciascuna di loro ha particolari abilità e personalità completamente differenti. Si nota subito l’appartenenza ad uno stesso ordine, poiché tutte sono alte, magre, bionde e con occhi azzurri, la loro pelle chiara e le loro armature argentate. Sono tutte bellissime, proprio perché l’autore cerca il più possibile di renderle simili agli angeli, distinguendole anche visivamente dai mostri e dai demoni che sono sempre scuri. Come nasce la storia: la cosiddetta “Organizzazione” ha reclutato giovani ragazzine rimaste orfane a causa degli Yoma (i mostri) iniettando nei loro corpi il sangue e la carne di questi mostri per renderle invincibili, plasmandole con disciplina spesso violenta, privazioni e sofferenze psichiche e corporali, fino ad ottenere giovani guerriere dalle strabilianti capacità, facendo però perdere loro la consapevolezza della propria umanità, sopprimendo addirittura i sentimenti. All’interno dell’organizzazione ogni guerriera ha un numero indicativo del proprio rango, assegnato in base alle capacità, ma per la gente esterna sono tutte uguali, tanto che vengono nominate “streghe dagli occhi d’argento”; in realtà hanno dei nomi propri che usano tra loro, soprattutto quelle che sono in rapporto di “amicizia”, ma spesso non avendo un cognome si attribuiscono soprannomi ispirati ad una caratteristica particolarmente personale: da qui abbiamo Irene dalla spada veloce, Teresa del sorriso, Flora tagliavento…… Questi soprannomi rendono chiaro il talento di ogni guerriera, cosicché leggendo o ascoltando i dialoghi si riesce ad associare velocemente la persona alla propria abilità. Il nome “Claymore” viene appunto dalle lunghe spade a doppia lama utilizzate dalle guerriere, questo fa capire come l’autore abbia voluto rendere l’idea di una donna-arma, che prende il nome proprio dalla propria spada. Per ogni guerriera la spada è più di una semplice arma, infatti ognuna di loro è riconoscibile appunto dall’effigie personale incisa poco sopra l’elsa, ma tra spada e guerriera c’è un forte legame indissolubile, tanto che alla loro morte la spada diventa la lapide della loro tomba.
Pur essendo state forzate e sottoposte a inumane pressioni le guerriere conservano nel proprio animo alcuni sentimenti più o meno visibili dall’esterno, ma questi possono essere ricambiati solo dalle stesse compagne, poiché con gli esseri umani hanno un rapporto molto distaccato, soprattutto perché l’organizzazione non consente ad una guerriera di uccidere un essere umano; la disobbedienza a questa imposizione porta la loro morte e di questo ne sono pienamente consapevoli. Spesso vi capiterà leggendo o guardando gli episodi di desiderare la morte di qualche umano davvero insopportabile, ma mettendovi nei panni di una guerriera potrete capire quanto sia difficile resistere alle provocazioni. Una cosa che di certo ogni guerriera perde a causa dell’addestramento è la capacità di amare, che solo in due casi riesce ad affiorare in due delle più grandi e potenti, Teresa e Claire. Il loro è un amore materno, quello di Teresa verso una ragazzina, quello di Claire invece nei confronti di un giovane ragazzo che diversamente dagli altri umani ammira le guerriere, in particolare Claire che gli ha salvato la vita.
E sarà proprio questo amore a dare alle nostre eroine ancor più forza nei momenti difficili, ma proprio per questo amore saranno pronte a sacrificare qualsiasi cosa, anche la stessa vita.Vi troverete spesso davanti all’immagine di una statua che rappresenta due dee alate, cosa che noi fan abbiamo identificato come rappresentazione di Teresa e Claire, proprio perché sembrerebbe questa una statua ispirata alla religione delle guerriere, perché in fin dei conti l’intera organizzazione ha proprio un aspetto e molte caratteristiche religiose. Da ricordare che diversamente dalle guerriere i responsabili dell’organizzazione sono tutti uomini, ora vi spiego perché: in passato erano stati creati anche guerrieri maschi, ma troppo frequentemente questi trascendevano il limite umano e diventavano loro stessi demoni, quindi l’organizzazione si trovava a dover combattere mostri che lei stessa aveva creato. 
Ma di tutta quella generazione qualcuno è sopravvissuto, quindi è tempo di parlare dei “Risvegliati”. Chi sono o che cosa sono i Risvegliati: sono proprio quei guerrieri che spintisi 
troppo al limite delle proprie capacità hanno perso la propria umanità, lasciando quindi spazio alla parte inumana del loro corpo, che una volta preso il sopravvento rende irreversibile il processo di trasformazione. Anche per le guerriere femmine può succedere lo stesso, ma avendo le donne maggior capacità di controllo questo capita molto raramente.
Al di là di tutti i mostri e demoni presenti nella storia, i risvegliati rappresentano la minaccia più seria per le nostre beniamine, così, nonostante all’inizio l’organizzazione cercasse di nascondere la presenza di questi esseri, con l’evolversi delle vicende arriveremo ad una vera e propria caccia ai risvegliati e sarà proprio qui che vedremo il vero valore delle guerriere, che acquisteranno più forza e consapevolezza proprio dando spazio ai sentimenti e a tutto quello che per imposizione avevano seppellito nelle loro anime. Sarà proprio qui che leggendo o guardando la serie proverete quei brividi di emozione, ma anche momenti toccanti che inevitabilmente vi faranno lacrimare gli occhi. Si, perché in mezzo a tanta violenza un piccolo gesto di amicizia o un atto d’amore sono capaci di stringervi il cuore e di comunicare lo stato d’animo che in quel momento le guerriere stanno vivendo.
Della storia non voglio dire più nulla, altrimenti andrei ad anticipare i fatti o le sensazioni che è giusto scoprire andando avanti con la lettura o con una visione, quindi ora vi parlerò brevemente dell’aspetto grafico. Il manga inizia con disegni abbastanza approssimativi e poco dettagliati, ma andando avanti la grafica migliora notevolmente, soprattutto in alcuni momenti salienti della storia, quando il personaggio o l’ambientazione viene rappresentato nei più minimi particolari. Un aspetto che non avevo mai riscontrato in altre letture di manga è la vista di spalle, molte volte i personaggi vengono raffigurati da dietro, soprattutto perché le grandi spade stanno a riposo proprio sopra il mantello, appese agli spallacci d’argento. I disegni dell’anime invece sono molto ben curati anche nelle scene veloci, soprattutto i colori non sono stati spalmati a casaccio ma sono brillanti e ricchi di sfumature.
Se dovessi fare un confronto, il diretto rivale sarebbe Berserk, ma le due storie si oppongono duramente nel corso del loro svolgimento, perché in Berserk l’istinto prevale sempre sulla ragione, mentre qui in Claymore è sempre la ragione a dettare la vita delle guerriere, gli unici gesti istintivi sono quelli che poi portano alle conclusioni più drastiche. Altra differenza saliente è data dai momenti per così dire allegri, proprio perché Berserk parla di esseri umani che vivono episodi tristi e felici, momenti di duro lavoro, di combattimento, ma anche di riposo e di gioia; ebbene questo sarà difficile da trovare in Claymore, proprio perché la loro appartenenza all’ordine, il loro modo di essere e la loro lontananza dall’umanità non lasciano spazio al sorriso. Tutto questo conferisce un’atmosfera cupa e sempre al limite del suspance, come si addice ad un vero anime – manga horror/splatter. Per quanto riguarda l’anime voglio dedicare un elogio anche alle musiche che compongono la colonna sonora, orchestrate in modo fantastico e associate con molto criterio alle scene e ai momenti adatti. Bellissime sono anche le canzoni di inizio e fine episodio.
Concludo con una mia considerazione: Claymore è per me qualcosa di unico, mai scontato, sempre avvincente, mai nulla è scontato, i personaggi si arricchiscono di particolari con l’evolversi della storia, i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo e l’azione fa sempre da padrona. Ma se devo dire quale sia il mio ricordo migliore non ho dubbi: i momenti più intensi ed emotivamente forti che mi hanno portato a piangere sono proprio quelli che mi fanno amare questa storia e per questo secondo me si può considerare il migliore del genere Fantasy-epico. Spero di avervi invogliati alla lettura e/o quantomeno alla visione dell’anime (purtroppo fermo a metà della storia per ora), quindi non esitate, se siete alla ricerca di forti emozioni o di combattimenti in nome della giustizia è la scelta giusta per voi. 
 
Voto 9,5
 
(Ereborn Zot Osghiliat)