il Giappone in Italia


Kofun

I kofun sono dei mausolei risalenti al 300 d.C. utilizzati per la sepoltura dell’imperatore. Questi tumoli erano caratterizzati da una o più stanze sotterranee ricoperte all’esterno da collinette di terra, circondati talvolta da acqua o fossi. La struttura era prevalentemente composta da terra e pietre e solitamente avevano proporzioni giganti, come il kofun dell’imperatore Nintoku (313-399 d.C.) che misura 486 x 305 metri, con un’ altezza di 34 metri, praticamente quasi come le piramidi d’Egitto. A questo tipo di sepoltura sono state associate due tipologie di ceramica: la prima di color grigio (tipica del periodo Jōmon) e la seconda di color rosso che caratterizzava le statuine haniwa che venivano poste nella tomba. Nel Nihon Shoki (Annali del Giappone, 720 d.C.) si legge che, quando un imperatore moriva, era tradizione che anche i suoi servitori lo seguissero: infatti la leggenda narra che questi sventurati venivano sepolti vivi, sotterrati nel tumolo. Così quando morì Hibasu Hime no Mikoto, la moglie del defunto imperatore Yamato-Hiko, il guerriero Nomi no Sukune suggerì di ingaggiare un centinaio di ceramisti nell’isola di Izumo, affinché modellassero delle statuine che andavano a sostituire il sacrificio umano dei servitori*.

* Lineamenti di storia dell’arte giapponese, Alida Alabiso, Bulzoni editore, pag. 31-35

(la foto in alto è relativa al Kofun dell’imperatore Nintoku, a Sakai, Osaka)

(Valentina Panicali)