il Giappone in Italia
Geisha world
Il mondo delle geisha, devo ammettere, mi ha sempre affascinato.
Molti pensano che la geisha sia la prostituta giapponese, ma nulla è così distante dalla verità come tale affermazione.
In verità alcune geishe sono certamente finite a fare le prostitute ma soltanto per via di situazioni inevitabili causate magari dal fallimento dell'okiya in cui lavoravano o dalla mancata riuscita ad affermarsi nel mondo dei fiori e del salice (Karyukai).
La geisha è o per lo più era, essendo oggi questa figura quasi del tutto scomparsa, una vera e propria artista, capace di primeggiare in tutti i campi più importanti, dalla musica (cantando e suonando lo shamisen o il taki), alla danza, al teatro, alla convivialità, con discorsi sempre interessanti e mai banali, ai giochi per far divertire i clienti, all'economia, la politica e tutto quello che poteva essere utile sapere nel caso si dovesse intavolare una discussione con un importante politico, imprenditore o capo di stato estero.
La geisha era capace di passare da discorsi impegnati al raccontare barzellette o storielle di bassa lega se la situazione e la clientela lo richiedevano.
Prima di arrivare a padroneggiare tali arti, dopo moltissimi anni di duro ed estenuante allenamento, si diventava Maiko, o Geiko.
Oggi molte giapponesi affascinate da tale mondo, studiano per diventare Maiko e partecipare alla cerimonia corrispondente, dopodichè smettono di studiare, in quanto il percorso per diventare geisha è al giorno d'oggi francamente improponibile.
Con il termine Juta si indicano una forma di canto e musica tradizionali, studiati dalle geishe.
Sandali tipici delle geishe sono gli Okobo, con zoccoli alti 15 cm. In Giappone i sandali normali in legno vengono invece chiamati Geta.
All'entrata di un Oki-ya o anche di una casa, si usa riporre il Tokonoma, una nicchia dove mettere in mostra oggetti rari o preziosi ed accogliere l'ospite e rapire il suo sguardo.
Le Maiko apprendiste, vengono anche definite Minarai (imparare osservando). All'interno dell'Ocha-ya si organizzano gli ozashiki, feste, banchetti, cene con invitati.
Visto che siamo in tema di termini del mondo delle geishe, con Kenban si intende il rappresentante dell'ufficio degli affari finanziari dell'Oki-ya.
Kago è la borsetta tradizionale, con base di paglia intrecciata, sormontata da una fascia si seta chiné e da un laccio chiamato shibori ed è fatta annotando e poi tingendo una miriade di fili di tessuto. L'effetto è una screziatura stupefacente. Kyoto è famosa per questa tecnica.
Koto è il liuto giapponese.
L'otome una punzione inflitta ad una Maiko o Geisha per aver sbagliato qualcosa nelle regole di comportamento o nell'escuzione di una danza, un canto o altro. Una sorta di ammonizione, di cartellino giallo. Misedashi è il debutto formale da Geisha. Tsutsumi il tamburello, Goshugi sono le mance lasciate dai clienti alle geishe o maiko, che spesso vengono versate direttemente all'oki-ya.
Geiko jikata è la geiko musicista. Shidashi è il servizio catering che usano le geishe o le maiko per i loro clienti, gestito naturalmente dalla mama san dell'okiya o dell'ochaya. Natsume la scatola laccata usata dalle geishe/maiko per tenere oggetti di vario tipo. Handai è il tariffario del fiore, ovvero la tariffa oraria, o meglio ogni 15 o 30 minuti delle geishe o maiko/geiko.
La cerimonia del tè, una delle cose in cui le geishe sono davvero insuperabili è la cerimonia del tè, che assume diversi nomi: sado, chado, cha no yu, wabicha.
In questo video viene spiegata la differenza tra una Geisha e una Maiko. Purtroppo è in giapponese, nonostante sia scritto che ci sono sottitoli in inglese. Non è così. Ma è interessante comunque.
Le decorazioni sui capelli vengono chiamate Kanzashi (簪) e vennero utlizzati come ornamenti quando si passò dal portare i capelli lunghi e sciolti (taregami) alle pettinature nihongami. Possono essere di vario tipo. Le bira bira, le kogai, le kushi, le kanoko dome e le Ōgi.
Ed ora godiamoci questa danza di Maiko a Gion, Kyoto:
Questa sopra è la geisha Hamayuu (濱勇 o 浜勇), in un ritratto intorno al 1910, colorato a mano da un fotografo anonimo. Hamayuu, anche chiamata Hawaryu, era una studentessa in Osaka e nel tempo divenne molto popolare a Tokyo, periodo Meiji.
La sua bellezza è rimasta preservata da diverse post-cards. La sua schiena di porcellana ed i lineamenti di bambola sono stati scambiati su internet centinaia di volte da quando sono state postate le sue immagini. Dagli anni 20 ci furono più di 80.000 praticanti geisha in Giappone ma il numero si ridusse drammaticamente durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. (Fonte: Just Love Japan FB page)
Il tipo di acconciatura delle maiko che stanno diventando geiko, a Gion Kobu, viene chiamata acconciatura Sakkou, ed è l'ultima da maiko prima della "promozione".
Tale acconciatura annuncia che il passaggio a geiko è imminente (entro una o due settimane).
Con il termine Furisode san intendiamo le donne che indossano il furisode, il kimono più comune indossato dalle donne non sposate.
Una Furisode san è totalmente diversa da una geisha. Somigliano ad una maiko (apprendista geisha in Kyoto) o una hangyoku (apprendista geisha in Tokyo), ma non vivono in un'okiya.
A loro vengono insegnate le arti della danza e della cerimonia del tè e con la loro figura si cerca di far rivivere i tempi andati.
Esiste una scuola a Taito Ward, a Tokyo, dove si studia per diventare Furisode san, la Asakusa Kanko Furisode Gakuin.